A fine maggio nano and friends hanno fatto una fantastica visita culturale che ogni bambino di 4 anni sogna (ironia a gogo)... il barcone sul Tevere fino ad Ostia antica. Ora, io ci ho anche provato ad instillargli un po' d'entusiasmo sul fatto che andassero a vedere dei luoghi di interesse storico, ma parliamoci chiaro, questi erano interessati al pullman e al massimo al battello, sai degli scavi che gliene fregava. L'unica informazione che sono riuscita ad estorcergli al ritorno è stata: "mamma, abbiamo visto una città vecchia vecchissima tutta rotta rotta. Non c'erano più nemmeno le case dei gladiatori." Ecco, nano-cultura 6-0 6-0 e passa la paura!
A questo si sono sussseguite, nell'ordine: saggio di fine anno e gita al Colosseo.
Ora avrei da spendere due paroline due sul "saggio" allestito in una palestra fatiscente.
Dopo una breve dimostrazione delle lezioni di psicomotricità fatte quest'anno, con bambini striscianti sul pavimento e saltellanti su banchetti improvvisati, hanno pensato bene di mettere in scena Aggiungi un posto a tavola e l'idea in sè poteva pure essere carina, non fosse per il fatto che è durata 2 ore, che manco al Sistina con Jhonny Dorelli.
La classe del nano, per ovvie ragioni di età, è stata quella meno impegnata nell'allestimento, tanto che hanno fatto una canzoncina all'inizio e una alla fine tutti insieme. Durante questo intervallo forzato, mentre i grandi danzavano e cantavano gioiosi, il mio povero piccolo rospo, si è abbioccato in ginocchio sul pavimento, e tentando di mantenere l'equilibrio dormendo si è schiantato circa 3 volte a terra tipo birillo, nell'ilarità di chi ha notato la scena. Già solo quella visione è valsa l'attesa.
Per il resto, mi stupisco sempre come molte persone riescano a dare il peggio di sè in queste occasioni: gente che è arrivata tipo 3 ore prima per occupare sedie in prima fila sulle quali ha poi fatto sedere bambini di 8 anni lasciando anziani e donne in "evidente stato di gravidanza" amabilmente in piedi; padri arrampicati sul tabellone del basket per poter fare fotografie migliori; genitori che litigano sonoramente perché "Aò te devi da levà dalle pa**e, che ce sta mi fijo e nun vedo gnente!" Scene di normale folle amministrazione.
Qualche giorno dopo è stata la volta della gita al Colosseo (niente leoni, nano delusissimo) e poi il 14 c'è stata la festa della famiglia.
Ognuno ha portato qualcosa da mangiare, le maestre hanno organizzato i giochi di gruppo e il caldo ha fatto il resto.
Noi ci eravamo già attrezzati per partire subito dopo la festa, per l'unica settimana di mare prima della venuta del nano galleggiante, ma evidentemente l'universo non era d'accordo con i nostri piani e ce l'ha chiaramente fatto capire.
Ore 15.00: mamma, papà, nano e nonna pronti sul camper, direzione Marina di Grosseto.
Ore 18.00: arrivo e scelta della piazzola in uno dei camping più grandi d'Europa.
Ore 18.30: cambio piazzola per problemi con rifornimento acqua (tubo corto, colonnina lontana)
Ore 19.00: ulteriore cambio piazzola per problemi con alimentazione elettrica (cavo lungo rotto, cavo sostitutivo corto).
Ore 19.30: comincia la sistemazione della piazzola.
Ore 20.30: Furio sistema pure le biciclette (ma 'ndo devi annà?) e perde altro tempo.
Ore 21.30: si cena, finalmente.
Ore 22.30: ci si prepara per le ninne.
Ore 23.30: comincio a grattarmi le piante dei piedi, poi i palmi delle mani e infine la pancia.
Come avrete capito, sta vacanza ce la siamo guadagnata quarto d'ora su quarto d'ora.
Avevamo ingenuamente (poveri illusi) pensato che partendo il venerdì saremmo stati fuori una decina di giorni. Giusto? Giusto?
SBAGLIATO!!!
Già la domenica, dopo un paio di notti insonni ho messaggiato al ginecologo che a parte il prurito non avevo altri disturbi. Mi ha solo raccomandato di aumentare leggermente la terapia che stavo facendo e che non c'era bisogno di tornare a casa.
Ma il mercoledì mattina, alla 5° notte insonne di fila passata a grattarmi, abbiamo deciso che non era il caso di indugiare oltre e siamo tornati a Roma. Durante il viaggio di ritorno il gine si è raccomandato di andare di corsa in ospedale a farmi ricoverare.
E così dopo accurata visita e analisi al pronto soccorso, ho vinto un soggiorno aggratise tutto compreso nel meraviglioso villaggio vacanze "Ospedale Villa San Pietro".
Devo dire che una settimana di flebo, pasticche, bustine e quant'altro hanno prodotto il loro risultato, ma è stata la compagnia che ho trovato in stanza, che mi ha aiutato a superare momenti a volte psicologicamente un po' critici (tipo quando mi hanno detto che alla 32+2 mi avrebbero fatto partorire se i valori non fossero scesi... TERRORISTI). In 8 giorni hanno ruotato 9 persone nella mia stanza e mi sono fatta un sacco di risate, anche a notte fonda, pure sceme a volte.
Al termine del soggiorno mi hanno rispedita a casa con un bel pacco di medicine come souvenir, con la stimolazione polmonare per il nano fatta e una dieta ferrea da seguire.
Ad oggi, con diversi prelievi di controllo all'attivo, monitoraggi regolari e liquido nella norma, sto benone, la pancia cresce, e il nano acquatico sta una favola.
All'ultimo controllo, lunedì scorso, il ginecologo si è congratulato con me per la mia forma smagliante (7 kg presi) dicendomi: "Ma stai un sogno, guarda che gambe, niente gonfiore, sei la donna incinta più bella che ho visto oggi... anche perché sei l'unica!"
Grazie eh, me serviva proprio!!
In ogni caso, adesso conto le ore che mancano (408 per inciso) e cerco di godermi il più possibile il nanerottolo eversore che è diventato molto, ma molto più affettuoso nei miei confronti.
Stay tuned, che qui le cose cambiano alla velocità della luce
V.
Aggiornamento:
Mi ha fatto giustamente notare Moky, che non ho specificato da dove venisse il prurito. È una colestasi gravidica, già a me nota, in quanto col primo ho avuto gli stessi identici problemi. Mi svalvola il fegato e i valori vanno un po' per i fatti loro, col risultato di avere forte prurito ovunque e acquisire una squisita tonalità giallo Simpson.
Scusate se risulto rinco più del solito, ma con tutta la terapia farmacologica che sto facendo, già è tanto se mi ricordo il nome di mio figlio... Alvaro (credo).
V.