4 giugno 2016

Un anno e siamo qui

Jati Luwih ricefield
      
                                                               
È passato un anno dalla nostra partenza verso una vita nuova.
Dopo aver provato a giocarmi a dadi il fegato con l'alcool, ed essere riuscita ad estirpare solo gli ultimi neuroni un po' acciaccati che avevo, sono partita lo stesso.
Un anno di cambiamenti enormi con questa vita a testa in giù che ci stiamo costruendo.
Un anno fa avevo in testa tutta questa idea di noi che passiamo le giornate a bordo piscina o in riva al mare, su spiagge incontaminate, proprio come ti aspetti che sia viviere sull'isola degli dei.
GROSSO ERRORE, PIRLONA CHE NON SEI ALTRO!!!!
Cioè, non fraintendetemi, non credo di voler tornare indietro a fare la vita che facevo prima, ma certo non é tutto palme, spiagge e cocktail.
Ero una mamma che lavorava in Italia, sono una mamma che lavora anche a Bali, con le dovute differenze.
Allora, con ordine:
Le lavatrici di panni da lavare sono lievitate all'inverosimile, visto che col caldo che fa ci cambiamo TUTTI 3 volte al giorno. La cosa positiva é che dopo 20 minuti che hai steso puoi raccogliere, piegare e riporre (ferro da stiro vaderetro). 
Il suddetto caldo è stato il mio sogno proibito per i passati 34 anni. Non dover affrontare l'inverno quest'anno é stata una goduria senza precedenti (d'altra parte non mi chiamo Stark, io). In infradito e canotta la vigilia di Natale chevvelodicoaffa.
Gli orari sono da sempre l'incubo di ogni genitore con figli in età scolare. Quando poi sai che per portarli devi uscire almeno 30 minuti prima altrimenti rimani imbottigliata anche col motorino, gli orari diventano imperativi. Solo che, il tragitto comprende vedute fantastiche di risaie dal volto sempre diverso (in un anno che siamo qui, abbiamo visto 4 raccolti, unico al mondo). Allagate e appena seminate, verdi come smeraldo durante la crescita, gialle paglierino quando sono mature e marrone scuro dopo il raccolto. Una varietá incredibile di paesaggi proprio sotto il mio naso da espatriata sempre col pepe al culo, ansiosa di sbrigarmi a fare commissioni, ma estasiata e sopraffatta da tutto questo. 
Avere a che fare con una gamma di personaggi così ampia da riempirci un libro (minchia, prima o poi lo farò), cominciare a capire le dinamiche e rimanerne delusa e stupita, a seconda dei casi. In Italia, continuando a vivere la vita (tranquilla) che facevo, nel mio mondo fatto di quotidianitá, tutto questo lo avrei solo potuto immaginare, e comunque non sarebbe stato nemmeno lontanamente simile.
Qui posso permettermi di "confrontarmi" con culture dimetralmente opposte eppure simili. Come la cliente australiana, col figlio 12enne con la sindrome di tourette, con la quale mi ammazzo da ridere ogni volta parlando di famiglie, suocere e affini.
Ah, quasi dimenticavo, pensando di essere fuggita abbastanza lontana da non farmi rompere i coglioni da parentame non gradito, ho avuto la "meravigliosa" sopresa di avere suoceri e cognato vip con un figlio annesso per 2  (dico 2) mesi in casa mia sotto Natale. Ho rischiato più volte di commettere omicidio e di divorziare perché ovviamente per mio marito è stato normale vivere in 8 dentro la stessa casa, con gente che si lamentava dal primo raggio di sole alla buonanotte.
Va beh, dicevo, anche a Bali sono una mamma che lavora. Per i primi 6 mesi abbiamo avuto il supporto e la presenza preziosissima di mia madre, per cui i bimbi la maggior parte del tempo se li smazzava lei. Partiti i suoceri a gennaio, siamo rimasti io e Furio con le piccole bestie, ma da circa un mese ho quella che qui amano chiamare nanny, che altro non è che una baby sitter 6 ore al giorno. Ore durante le quali riesco a fare il milione di cose che ogni mamma ha da fare, compresa una doccia di ben 5 minuti. Io sto al ristorante, lei sta con loro fino alle 9/10 di sera e quando torno li trovo giá lavati, mangiati e dormiti. Santa subito!!
Con le scuole ormai abbiamo capito di andare nella giusta direzione con entrambi. Il grande parla un inglese fluente che manco a Cambridge e il piccolo è trilingue. Passa con naturalezza dall'italiano all'inglese con contaminazioni indonesiane e ovviamente non si capisce una mazza. Troppo divertente!
Le mamme a scuola sono esattamente come in Italia. Il gruppetto di quelle (che si credono) fighe, che ti snobbano perchè sei "diversa", sempre in infradito, shorts e capelli mezzi rasati, lontana dai loro standard e per di piú BIANCA. Si, perchè qui hanno una vera e propria ossessione per la nostra carnagione. Noi che ci danniamo per acquistare un po' di abbronzatura e loro che schiariscono lo schiaribile con creme apposite e coprendosi all'inverosimile anche con 45 gradi.
Dicevo, ste mamme stron*e che fanno capannello e parlano in indonesiano quindi te, oltre che non essere annessa, manco capisci se te stanno e prende per il culo. Per risposta ho cominciato a perculeggiarle apertamente con l'unica altra mamma italiana della scuola, con la quale siamo diventate amiche, anche perchè i nostri nani sono fidanzati. Si, il mio grande ha trovato l'ammmmore!

Comunque gli indonesiani sono davvero gente curiosa. Ho visto cose che voi umani: ho visto ragazzette andare in giro con calzini ed infradito, guanti di lana e giacca a vento sul motorino sotto ad un sole cocente; ho visto altre ragazzette (ma forse pure le stesse) fare il bagno in mare completamente vestite, al tramonto, e non per pudicizia o questioni religiose, ma semplicemente perchè "sennò divento troppo scura"; le ho viste farsi selfie a palate, e postare le suddette chilate di foto tutte uguali su ogni social network esistente. Insomma, questi con l'estetica stanno in fissa pesante, peccato che il 90% della popolazione locale sia vagamente un cesso (parere personale, ovviamente).
D'altra parte, se cerchi qualcosa d'interessante da guardare, meglio se butti l'occhio su qualche tartaruga australiana, magari alta 2 metri coi capelli biondi e gli occhi azzurri. Sicuramente un clichè ma ammazza se i clichè so veri!!! Naturalmente vale anche per le ragazze tutte cavallone, che per me che sono una nana non è proprio un toccasana per l'autostima, ma tant'è, io punto sulla personalitá.
Ho trovato poche persone ancora, con le quali pensare di instaurare magari amicizie da espatriati, ma non è cosí scontato avvicinarsi a qualcuno in un contesto cosí.
Mi mancano tanto, forse troppo, gli amici veri che ho lasciato a malincuore, ma so che comunque ci sono e ci saranno sempre, oltre le distanze, anche se non ci si sente tutti i giorni ma una volta a settimana, a volte anche ogni due, sempre di corsa, ma anche solo per dire "ciao, come stai, mi manchi, ti voglio bene, ci sentiamo con calma." Ogni volta che ci penso mi scappa una lacrima.

A distanza di un anno posso dire che Bali non è il paradiso che si immagina, ma è un bel posto comunque per crescere i figli e vivere magari una vita un pizzico più rilassata, con posti bellissimi da esplorare a portata di mano, e a poche ore di volo da paesi altrettanto belli. 
Adesso come adesso non ho voglia di tornare, magari solo un salto per abbracciare tutti lo farei.
Abbiamo definitivamente deciso di restare in pianta stabile, col ristorante avviato e i bimbi a scuola, ci stiamo ritagliando il nostro angolo.
Già so che qualcuno che fa parte della mia vita verrà a trovarmi da qui a settembre e forse sentirò un po' meno la mancanza.
Per ora vivo qui, imparo e cresco coi miei figli.
Se passate in zona battete un colpo che una pinsa ve la offro volentieri!
Ci sentiamo presto...
V.

Photo credit: sono le mie